Un Paese
cambiato
I
l verde e il nero colorano la faccia
di un soldato del Nicaragua prima
di prendere parte alla parata
per celebrare i 35 anni di nascita
dell’esercito nazionale. Era il
19 luglio del 1979. Il trionfo della
rivoluzione sandinista provocò la caduta
della dittatura della dinastia dei Somoza
e aprì l’accesso al governo del Fronte
Sandinista di Liberazione Nazionale,
con il sostegno di Cuba e dell’Unione
sovietica. Con il nuovo regime sorsero
nuove istituzioni e fra queste la Polizia
e le Forze Armate che oggi sono distanti
dalla mistica rivoluzionaria degli anni
della guerra fredda.
Anche il Paese è cambiato. Il
rapporto conflittuale con gli Stati
Uniti interventisti è diventato adesso
accordo di libero commercio e la
guida di Daniel Ortega, già primo
presidente della rivoluzione, mantiene
con gran pragmatismo politico una
alleanza strategica con il Venezuela
di Maduro. Gli indici di sviluppo
del Nicaragua mostrano un Paese
scarsamente produttivo, penultimo
fra quelli latinoamericani, dipendente
dall’investimento estero, e con un
43 per cento di popolazione sotto la
soglia di povertà. Ma vanta il record
di secondo Paese americano più equo
nella distribuzione della ricchezza.
E. Felix/AP
Filippo Casabianca
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