miércoles, 22 de febrero de 2012

Il Movimento di Javier Sicilia

Città del Messico - Sabato 11-06-11
La Carovana per la pace con giustizia e dignitá, ha concluso il suo itinerario di 5  giorni nella cittá emblema dell’impunitá che avvolge gli omicidi piú efferati  degli ultimi anni: Ciudad Juarez, cittá di frontiera con gli Stati Uniti, cittá abbandonata da migliaia di famiglie, che per paura hanno lasciato, talvolta abbandonadole le loro case verso la sicurezza del potente vicino o di altri Stati del Messico.
  Scettici e reunenti alle manifestazioni  gli abitanti di  Juarez sono  accorsi numerosi questa volta, convinti dalle genuine  intenzioni di Javier Sicilia, un  poeta e scrittore molto  apprezzato , uomo di una profonda fede religiosa da cui ha attinto i valori piú alti dell’amore al prossimo e al nemico per controllare gli impulsi violenti di alcune componenti il fiammante movimento. Il suo discorso indirizzato a denunciare la corruzione e l’inefficienza della lotta contro i cartelli della droga si é ripetuto lungo i 3000 km del percorso che ha unito Cuernavaca, vicino alla capitale, attraverso gli stati piú colpiti dalla tragedia.  Culmine della manifestazione la firma simbolica di un documento programmatico presentato in precedenza nella manifestazione multitudinaria del 8 di maggio a Citta del Messico, che ha saputo raccogliere, come pochi, adesioni ampie della societá. Una Carovana segnata dal protagonismo di centinaia di familiari di vittime, che in ogni tappa testimoniavano nelle piazze il dolore senza risposta, insieme al ricordo dei loro cari.
Javier Sicilia é uno  di queste vittime, della cosí detta guerra alla delinquenza organizzata, intrapresa sin dall’inizio del mandato dall’attuale presidente Felipe Calderón contro  le cosque di narcotrafficanti  i cui delitti riguadano oltre al traffico illegale di droghe anche  secuestri, attentati, scontri  fra bande per disputarsi i territori. Il figlio di Javier,  Juan Francisco era in compagnia de 6 amici. Un paio di giorni prima qualcuno di loro ebbe  un contatto accidentale con una di queste bande e per impedire una possibile denuncia furono sequestrati da un comando e trucidati senza pietá. Un episodio fra moltissimi che macchiano di sangue innocente la geografia del paese e che nella stragrande maggioranza le autoritá non riescono a contenere, ne a prevenire , ne a sanzionare. In molti casi sono i familiari che stanchi dell’inefficienza poliziale si tramutano in investigatori. In questo caso,  Javier Sicilia ha tirato fuori dalla tragedia personale una decisione  morale orientata a alzare la voce a squotere le  coscienze paralizzate  dalla paura o dalla indifferenza o  dalla assuefazione, e sensibilizzare singoli e gruppi per suscitare un movimento di protesta contro la politica antiemergenza dello Stato basata quasi esclusivamente nella militarizzazione della lotta contro i cartelli della droga.  Tale scelta, giudicata necessaria dal governo, ha prodotto come risultato la detenzione di parecchi  signori della droga, ma allo stesso tempo ha esacerbato la lotta e innescato una scalata di violenza sopratutto negli stati del nord, che ha coinvolto molti civili, oltre ai militari e i delinquenti . Si calcolano circa 37 mila i morti per diversi successi legati a questa “guerra” cosí definita dallo stesso Presidente, nei cinque anni dall’inizio del suo mandato.
I mentori della Carovana, coscienti che il cammino intrapreso é solo un pezzo di un processo a grande gettata, nel documento conclusivo chiedono fra l’altro  un cambiamento della strategia del governo che tenga conto di misure complementari alla lotta frontale, come la ricostruzione del tessuto sociale di intere regioni, con particolare attenzione ai giovani (facili prese delle cosque)  per fornire reali opportunitá di lavoro e di studio, politiche di ricostruzione del tessuto sociale,  lotta alla corruzione dilagante nei cuadri poliziaci, professionalizzazione dei corpi di polizia, interventi nei circuiti finanziari per colpire il lavaggio del denaro e il ripiegamento graduale dei militari. E poi nel campo della politica, ritenuta corresponsabile di questa deriva sociale, si chiede la creazione di meccanismi di partecipazione cittadina per la via dei  Referendum popolari e  possibilitá di revocazione dei mandati alle autoritá elette.

 Nel frattempo i partiti vivono nel loro pianeta abitato da elettori-clienti  al ritmo delle  prossime elezioni (di una  serie interminable) in alcuni Stati Federativi, senza saper articolare una posizione comune e univoca que darebbe piú aria alle richieste del movimento. La Chiesa da parte sua ha dato un tiepido appoggio atraverso il portavoce della Conferenza dei Vescovi e del Vescovo di Saltillo signitario del documento finale.

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